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"È un paese immaginario quello che appare spesso nei versi di Giovanni Corona. Potrebbe essere Santu Lussurgiu o Berchidda oppure qualsiasi altro pueblo della Spagna o del Messico. E potrebbe essere anche un luogo ideale che sta nei nostri cuori e nelle nostre menti, più che nelle carte geografiche del mondo. La poesia di Corona è così. È immaginata prima che immaginaria quanto a volte reale e concreta. Descrive il mondo ed i sentimenti, tracciandone una mappa di voci universali e nei suoi versi potremmo essere dappertutto: Monte Oe, è la montagna delle montagne ed Orgosolo diviene il centro del mondo, di tutti i ragazzi del mondo che percepiscono il difficile cambiamento del passaggio dall'infanzia all'età adulta. Ma è il suono il vero collante di questa opera. Il suono delle parole ed il sibilo rassicurante di quel vento che è della Deledda, di Ungaretti e di van Gogh. È un vento che accomuna e che ci unisce nella poesia ancorché nella vita. "Mi fioriva un'Isola nel cuore" è un'opera che parla di Sardegna e del suono dei suoi venti. Venti portatori di semi che anticipano il nascere di "un fiore di luce nel quale annegare l'anima"". (dalla prefazione di Paolo Fresu)